Ancora cavoli amari per gli agenti immobiliari?
I nostri Euro parlamentari, a volte per guadagnarsi i loro lauti stipendi intervengono a regolamentare qualsiasi cosa gli venga a tiro!
Pare che a tal proposito, la stessa Mariann Fischer Boel (Commissario all’agricoltura e allo sviluppo rurale) si sia rallegrata dell’abolizione della legge che prevedeva, ad esempio, la distruzione dei cetrioli storti o dei “piselli fuori misura”!
Liberata madre natura e gli ortaggi dalla regolamentazione, la nostra Comunità Europea non ha di meglio da fare che preoccuparsi dell’introdurre degli standard minimi e ulteriori obblighi ai già vessati agenti immobiliari.
E se da una parte l’indirizzo della Comunità Europea è quello di liberalizzare ogni professione lasciando il destino di ogni professionista al “libero mercato”, nel caso degli agenti immobiliari, non solo non è prevista la possibilità di essere elevati a professionisti, ma addirittura si tende ad aumentare lacci e laccioli ad introdurre obblighi di ogni sorta!
Gli da una mano la CEI (Confederazione Europea dell’immobiliare) che ultimamente, secondo me, trova la sua ragione di esistere nel creare situazioni assurde per noi!
Sommando la questione al già difficile andamento di mercato e alla concorrenza “sleale” degli abusivi, di certo noi operatori del settore, non potremo dormire sonni tranquilli ed il problema purtroppo non sarà così piccolo come il pisello per la principessa della favola di Andersen!
Ancora cavoli amari per gli agenti immobiliari?
Si, se il 26 novembre passerà a Bruxelles la norma Europea con standard UNI e ISO annessi e connessi! (A proposito… cui prodest?)
Per questo tutti noi Agenti Immobiliari dobbiamo dire:
EN 15733?
No grazie!
dopo la caccia ai piselli fuori misura, x noi poveri AI ora son cavoletti di bruxelles!
A proposito di ISO ne avevamo parlato in altri blog già nel 2007 e io avevo scritto così:
Un’attraente banner su l’home page di un sito di una nota federazione di agenti immobiliari mi promette “ + visibilità + immagine e + distintività se mi certifico ISO 9001.
Per ottenere questi ambiti requisiti devo:
1)Tirare fuori degli Euro.
2)Creare un manuale dove ricordare a me stessa come lavorare.
3)Smettere di adattarmi alle esigenze del cliente. (Per ottenere la qualità è più importante standardizzare ed omologare le procedure!)
4)Imporre ai miei clienti una modulistica standardizzata, senza eccezioni.
5)Inviare gli elenchi dei miei clienti con relativi numeri telefonici. (Sigh! La mia piccola banca dati ottenuta con anni di fatica e sudore).
Tutto ciò mi fa venire in mente un’ opera teatrale: “L’Opera da tre soldi”di Bertold Brecht
Vivace rappresentazione della malavita londinese del Settecento, e della lotta per la sopravvivenza.
Nella prima scena il giovane Filch aspirante mendicante, dopo una lunga contrattazione ottiene per 10 scellini ed il 70% degli utili, la licenza per poter esercitare.
Il pacchetto fornito dal commerciante Gionata Geremia Pechum, titolare della bottega “L’amico del Mendicante”, comprende inoltre il corredo, cioè i vestiti per avere l’immagine credibile per lavorare. Filch verrà anche spogliato dei sui abiti che verranno rivenduti ad altri mendicanti quale corredo: “Giovanotto che ha visto tempi migliori”.
Non vorrei fare la fine del giovane Filch e mi domando:
1)A chi giova la certificazione ISO 9001?
2)La qualità passa attraverso l’appiattimento e l’omologazione?
3)L’appiattimento e la standardizzazione giovano al cliente o alla grande distribuzione?
PS: non so grazie a Bertold Brecht o alla sagacia degli agenti immobiliari ma allora in pochissimi aderirono! Della serie: resistere si può e si deve!
Ragionamento molto egoista:
se, con l’introduzione di sempre più complicate norme, negli ultimi lustri è divenuta indispensabile la figura del commercialista (tanto che oggi, a differenza di trent’anni fa, un’azienda o un professionista senza commercialista non esiste), ulteriori e più complicate norme non potrebbero rendere indispensabile la figura dell’agente immobiliare?
Io penso sempre (ossessione?) a quel 50% di immobili compravenduti senza l’intervento del mediatore e mi chiedo per quale ragione non si senta parlare di progetti finalizzati a portarci verso percentuali molto più elevate (mi si dice che in Inghilterra siano la quasi totalità).
Cui prodest? Forse proprio a noi!
Ciao, compagni di sventura… Anche Gli Infermieri sono sempre sacrificati sull’altare del Benessere (altrui), della Chiarezza (di chi), della Trasparenza (prima o poi inizieremo a non aver cibo e lo diventeremo sicuramente, non che a me non faccia bene…)
Ma ritengo che la Mariann Fischer Boel abbia fatto benissimo a rallegrarsi, dato che si sa che da quelle parti più che “cetrioli” storti e “piselli” piccoli (ops fuori misura) non vi è altro! Eliminando anche quelli che divertimento ci sarebbe ad andare alla “Camera” o a fare incontri al “Gabinetto”? Forse, tra camere e cessi, il nostro Stato dovrebbe essere “messo in mano” ad un AGENTE IMMOBILIARE? Magari verrebbe “Ri-valutato”!
Ketty, censura ciò che vuoi!!! CIAOOOO
AAaaaaa (lamento) Ketty ma speriamo che almeno i cavoli (seppur amari) non ce li tolgano del tutto,perchè se va avanti così fra codici/codicini/leggine nuove manco quelli ci rimangono !
Manuel, tranne che tu possa avere interessi nella certificazione Iso o nella “Formazione obbligatoria” escludo che la cosa giovi a noi agenti immobiliari.
In Inghilterra o United Kingdom non esistono obblighi di formazione o di certificazione… quindi non credo che il riconoscimento professionale della categoria passi da un obbligo. (oltretutto l’obbligo sarebbe per noi AI di avere un incarico, non dei clienti di conferirlo… e ci mancherebbe!)
Cristina…mal comune mezzo gaudio!
Qui niente censura, tutti liberi!
Milla io per non sbagliarmi i cavoli li ho piantati in giardino… almeno qualcosa da mangiare mi rimane, visto che ci vogliono togliere il pane di bocca!
Gente, le complicazioni le dovrebbero creare per i privati che si vendono casa o comprano casa col “fai da te”, per valorizzare di più la nostra professionalità, mentre invece veniamo sminuiti e denigrati in continuo!
Dovrebbe diventare indispensabile il nostro apporto per una compravendita, ma questo in Italia è un sogno che si allontana anzichè avvicinarsi.
Giustamente, quanti titolari d’azienda sarebbero in grado di tenere tutta la parte contabile con le mille complicazioni che ci sono? Ecco allora la necessità di rivolgersi ad un commercialista.
Ma quanto è TROPPO FACILE per un privato vendersi casa?
Ci vorrebbe più considerazione per il nostro lavoro…
Fiorella benvenuta sul mio blog,
ma permettimi di dissentire, io credo che nessuno dovrebbe creare complicazioni a nessun altro!
Questo è l’unico paese al mondo dove chi ha una piccola attività anche artigianale anziché dedicarsi a produrre per crescere e far crescere l’economia della nazione, deve fermarsi per mille adempimenti burocratici.
Non ritengo che sia facile per i privati vendersi casa da soli… ma non credo che la mia riqualificazione professionale passi attraverso l’introduzione di obblighi o complicazioni di vario genere nei loro riguardi.
Forse quello che ci manca è una “coscienza di categoria”!
2mistook…
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