Cara Laura ti scrivo…
Gentilissima Presidente della Camera, Carissima Laura,
ti do del tu, ma non per irriverenza, perché sei una dei personaggi politici che stimo, ma solo perché così si usa in rete, e anche nel partito di cui entrambe condividiamo i valori, inoltre siamo coetanee.
Sono profondamente dispiaciuta per gli attacchi, soprattutto quelli sessisti, che devi ogni giorno subire per il solo fatto che hai voluto sederti in una così scomoda poltrona in questo terribile momento storico.
Devo però informarti che nella vita di tutti i giorni, anche se in maniera meno eclatante, lo stesso trattamento è riservato a quasi tutte le donne.
Nel mondo del lavoro, da giovani ci viene quasi negato il diritto alla maternità , e se comunque diventiamo madri, dobbiamo quasi farcelo perdonare, mettendoci il doppio dell’impegno che ci metterebbe un uomo, percependo salari più bassi anche se molte di noi sono più brave nella professione della media dei colleghi uomini! Inoltre a casa ci aspettano tutte le incombenze della cura famigliare che spesso ci costringe a farci carico anche dell’assistenza sanitaria dei nostri disabili o anziani oltre che dell’educazione dei figli, servizi questi che negli altri paesi europei sono garantiti dallo Stato.
Per tutto quest’impegno non vi è riconoscimento alcuno, ne da parte delle istituzioni ne dalla società!
Non solo…per un modello di sviluppo retrogrado e maschilista, veniamo derise e offese per l’aspetto fisico quando invecchiamo! Ci viene perennemente chiesto di essere belle e sexi e anche quando lo siamo veniamo criticate anche per questo. Hai notato che nel lavoro se si vuole muovere una critica ad una donna si ricorre subito all’offesa sessuale? Posso confermarti per esperienza che questo non è un trattamento riservato a chi è Presidente della Camera.
“E’ una poco di buono…per fare carriera l’avrà data!”
“Ha (o non ha) successo nel lavoro perché è brutta e vecchia/ sembra un uomo/ non tromba mai!”
Queste frasi non vengono dette solo all’indirizzo delle donne in politica, ma anche all’impiegata, alla commessa.
E’ deplorevole che ciò accada e ciò è indice di una società maschilista e retrograda, figlia della mancanza di civiltà e cultura.
Sono d’accordo con te, bisognerebbe fare qualcosa per impedire tutto ciò!
Ma censurare dubito possa servire a qualcosa, semmai dovremmo lavorare per la costruzione di una società migliore, ripristinando valori morali e coesione sociale.
E come lo facciamo? Coi tagli alla scuola pubblica, all’educazione, alla ricerca scientifica?
Mentre vengono chiusi gli ospedali, mentre la scuola pubblica viene sistematicamente smantellata, sentiamo dire a Ministri della Repubblica, non eletti dal popolo (ma scelti grazie ad una legge aberrante e all’inciucio politico) che le centrali nucleari, gli F35, il Muos, il Tav sono una priorità.
Non è forse questa una violenza questa più grave che essere chiamate “puttane”?
Non è forse più grave rubare il futuro ai nostri figli? Ammalarci di cancro per aver devastato l’ambiente o cementificato tutto il paese?
Ho letto gli articoli infamanti e sessisti che riguardano te e il tuo compagno, pubblicati su Libero, o alcuni degli insulti che hai ricevuto via web, e come donna m’indigno e ti sono vicina, ma lo schifo che esce dalla tastiera di Belpietro, di Sallustri o dell’uomo qualunque è figlio di questa degrado culturale non di Gutemberg o dell’inventore del web!
Pensaci cara Presidentessa della Camera, cara Laura, è su un modello di sviluppo sostenibile che dobbiamo lavorare, sull’educazione, sul diritto ad un’esistenza sociale dignitosa per i cittadini! Non servono leggi per mettere il bavaglio a internet… sarebbe un delitto lo smantellamento dell’articolo 21 della nostra bella Costituzione!
Con immutata stima
Ketty Increta
Brava!!!
A Ketty Increta i miei complimenti!!