Tribù noTav!
Un amico che non conosco personalmente, essendo finalmente in ferie e potendo pertanto dedicare una giornata al trekking in montagna, mi propone di fare una gita in Kiomontistan. Il 3 luglio arrivando dalle montagne del pinerolese, aveva tentato di venire alla manifestazione in auto ma, dopo 3 ore di coda, essendo tutte le strade bloccate, non era riuscito a raggiungere il luogo, quindi è curioso di vedere il punto dove dovrebbe sorgere il tunnel geognostico.
Lui arriva dalla Val Germanasca io abito nell’astigiano, ci troviamo il 16 agosto all’alba a Stupinigi, per fare insieme il viaggio in auto fino a Chiomonte, pensando di trovare una situazione alquanto tranquilla…in fondo siamo a ferragosto.
Posteggiamo l’auto nel centro per camminare sino alla centrale idroelettrica dove c’è anche un camping no tav in cui giornalmente vengono fatte delle attività culturali. Tutto tranquillo ma ci accoglie la desolazione dell’albero di Turi decapitato!
Entriamo nel campeggio per chiedere il programma degli eventi di quel giorno dopo la passeggiata potremmo essere interessati a partecipare ad uno spettacolo o a una conferenza a tema.
Ma all’ingresso ci dicono che alla Maddalena, la polizia ha aggredito e sgombrato quelli che fanno lo sciopero della fame da giorni e occorre andare li! Anzi ci chiedono se abbiamo un auto per accompagnare degli attivisti a Giaglione, prima era possibile raggiungere la Maddalena anche da qui, ma ora hanno riempito di filo spinato tutta la zona e quindi si deve far un lungo giro largo con l’auto e poi scendere giù per il sentiero. Acconsentiamo e torniamo con l’auto per accompagnare i due attivisti, Franco, un signore cuneese dalla barba e baffi bianchi e Marianna una giovanissima di Torino particolarmente desiderosa di sostenere i digiunanti! Quest’ultima esperta di sentieri e boschi, ci da precise indicazioni per giungere rapidamente nel luogo dei disordini. Mentre percorriamo la strada nel bosco arrivano altri sostenitori con un fuoristrada hanno solo due posti in macchina lasciamo andare Franco e Marianna, che sono attrezzati meglio di noi per ogni evenienza.
Da lontano vedo i primi disordini, una quantità enorme di camion e vetture della polizia e di militari in tenuta antisommossa e alcuni no tav a cavalcioni sul braccio di un’unica ruspa!
Incontriamo un certo Andrea, sotto il ponte dell’autostrada, è arrivato d’urgenza anche lui dal campo vicino la centrale, ci dice che anche se vorrebbe essere sotto con gli altri, si è sacrificato per temere di guardia l’accesso nel caso la polizia chiuda “l’unico accesso alla valle”. Siamo in guerra secondo lui e lo dice con rammarico perché è pacifista convinto e vorrebbe evitare ogni scontro. Più tardi vorrebbe scendere anche perché ha un po’ fame e nella fretta non ha potuto prendersi nulla da mangiare. Mi offro di dargli qualcosa dal mio zaino…e alla fine mangiamo tutti e tre insieme, e questo ci unisce come fossimo tutti e tre amici da sempre, Scopro infine che Andrea abita nella mia provincia e condividiamo anche altre battaglie sociali, e che abbiamo la stessa idea anche in fatto di “giustizia sociale” e ci accomuna anche il senso di indignazione che proviamo per la classe politica.
Continuiamo la discesa del sentiero verso la zona calda e davanti a noi dopo il presidio dei no tav si presenta per me uno spettacolo agghiacciante! L’intero perimetro dell’area che la ditta appaltatrice vorrebbe recintare è circondato da una catena di uomini in divisa con tanto di caschi manganelli e scudi antisommossa, saranno circa 200, conto oltre dieci autobus della polizia. Loro armatissimi e davanti a loro alcuni manifestanti armati solo della speranza in un mondo migliore! Alcuni, ormai abituati a quest’assurda guerriglia e temendo di essere attaccati con lacrimogeni al cs si coprono e preparano le maschere antigas, ma la maggior parte non ha nessuna protezione e si sente forte solo del fatto di essere dalla parte dell’unica comune ragione: “PER IL BENE DI TUTTI, IL TAV NON SA DA FARE”
Su un pendio, il famoso Turi, scalzo e quasi nudo (indossa solo un paio di calzoncini corti), guardato a vista da tre finanzieri, contrappone alla violenta presenza dei militari, la sua ferma opposizione “passiva” leggendo ad alta voce, testi di Gene Sharp sulla lotta non violenta. Chiede se qualcuno vuole dargli il cambio, in questa “maratona di lettura”, mi avvicino lui mi passa il libro e per un po’ leggo io… “ci vorrebbe un megafono!” gli dico, e lui: “sono contrario perché funzionano a batterie e le batterie usate inquinano, basterebbe un cartone per fare una sorta di cono che amplificherebbe la voce, ma non di plastica perché sono contrario anche alla plastica” mi risponde e questo mi conferma l’immagine mitologica anche e un po naif del suo personaggio. Trovo un cartone e glielo adatto a guisa di megafono, glielo passo e lui continua a leggere Sharp imperterrito, malgrado lo scherno di altri “no tav” che scuotono la testa dubitando che la filosofia possa servire a qualcosa contro i violenti poliziotti! Arriva Daniele, anche lui coi calzoni corti e una maglietta, armato solo di buone intenzioni, e piccolo ed esile e, pertanto, sembra un adolescente. Ci aiuta nella maratona di letture filosofiche proposta da Turi. Ha in mente lo stesso tipo di pensiero che ho io, dobbiamo parlare coi militari…convincerli che stanno dalla parte sbagliata!
Altri intanto partono con insulti gratuiti all’indirizzo dei poliziotti, non condivido il metodo. In fondo che ne possono questi? Obbediscono a assurdi ordini dall’alto. Osservo i loro volti, grondanti di sudore, intrappolati nelle loro divise avranno un caldo pazzesco, inoltre sono al sole, mentre i manifestanti oltre ad essere poco vestiti, sono all’ombra. Propongo di far fare un passo avanti ai militari affinché anche loro possano godere del fresco dell’ombra… ma questo mio suggerimento non trova il consenso degli altri manifestanti inferociti, non solo dal TAV ma dalle miserie e difficoltà della vita quotidiana, per molti di loro sicuramente problematica a causa della crisi economica e dalla mancanza di prospettive nel lavoro. Allora la butto sull’ironico, alzando le spalle dico ai militari: “Io ci ho provato…non vi resta che farci una piccola carichina…non più di un metro e mezzo…giusto per conquistare anche voi il vostro diritto all’ombra! Con questa battuta riesco perfino a strappare un sorriso ad alcuni di loro!
Mi sposto lungo il cordone di forze dell’ordine… ogni manifestante ha un suo metodo…i più anziani iniziano a dissertare sul governo ladro e sulla manovra finanziaria, come farebbero in un bar di periferia o al supermercato. Daniele è più scientifico, non per niente è un ingegnere, e inonda i poveri poliziotti di dati per argomentare perché il Tav non conviene!
I poliziotti o militari, iniziano a parlarci a rispondere, non mi sembrano gli stessi del 3 luglio, quelli che sparavano in faccia alla gente…il mio metodo e quello di Daniele funzionano riusciamo a dialogare con loro a dirgli cose che loro non sanno, ho l’impressione che ci stiano ascoltando con attenzione…alcuni di loro sono già dalla nostra parte anche se il loro stipendio di 1000/1500 euro al mese gli impedisce di ammetterlo!
Ho dei sentimenti contrastanti. sarà la lontananza da mia figlia, ma mi sento mamma di tutti quelli che hanno più o meno 26 anni come lei, ovvero gran parte dei presenti in entrambe le fazioni. Infatti provo tenerezza sia per alcuni manifestanti, che i nome di ideali puri sono li anziché far prevalere l’egoismo tipico dei loro coetanei, sia verso i poliziotti che per pochi euro di stipendio, vengono privati anche della libertà di pensiero!
Il bello della gente è questo! In ciascuno c’è del bene…basta cercarlo in fondo nascosto così bene in fondo all’apparenza!
Quante cose imparo sul genere umano ogni volta che vengo in Val di Susa!
Mentre parliamo…la recinzione è quasi interamente piazzata. Nell’ultimo tratto, per impedire che venga applicata la rete, 2 ragazze iniziano ad usare il cavo d’acciaio come un’altalena, gli operai si fermano…la poliziotta che dirige…viene verso i manifestanti più anziani e con grande “faccia da schiaffi” azzarda a chiedere un accordo per far scendere le ragazze da quell’altalena improvvisata…ecco con questa non riuscirei ad essere non violenta, penso. Ma per fortuna ci pensa metaforicamente un vecchio attivista, che le risponde: Va bene io le faccio smettere ma solo se ve ne andate pure voi! Lei sorride ma poi, invece, ordina ai suoi di indossare i caschi e di attaccare!
In quel preciso istante un ragazzo armato di tenaglie in meno di un minuto gli disfa mezza recinzione approfittando del fatto che i militari oramai in confidenza con i manifestanti o forse consapevoli di stare dalla parte sbagliata hanno indugiato qualche istante per eseguire l’ordine di attacco.
Ricomincia la guerriglia! L’idrante si gira verso di noi…comincio ad allontanarmi…un’anziana no tav zoppica una ragazza la sorregge per un braccio, mi metto istintivamente dall’altra parte e la solleviamo letteralmente dal terreno portandola fuori dal raggio d’azione del getto d’acqua.
Un’altra anziana, tira fuori e indossa, uno sfizioso impermiabilino rosa shokking! Si accorge che la guardo e mi fa in piemontese: “Mi ero stufata di essere chiamata Black bloc e allora visto che il nero non lo sopporto purché non mi dicano che sono black me lo son comprato pink!”
E’ quasi notte, avessi una tenda mi fermerei qui a combattere con i fratelli valsusini…ma io e il mio amico dobbiamo prendere il sentiero che torna alla macchina…la giornata è volata… andiamo via ma un pezzo di cuore resta qui, non smetteremo mai di difendere queste montagne e questa gente!
Beh, bel resoconto.… Quando poi ne hai raccolte diverse puoi farci una sorta di diario… il Diario di Ketty Notav.… Speriamo solo che il finale in questo caso sia diverso… anche se vivendo in Italia non ho molte speranze…