Archivio di dicembre 2012

Il tabù della politica

merdayh9Ulti­ma­mente dal bar al social net­work è tutto un insulto… uno sbra­cia­rsi in direzione dell’antipo­lit­ica.

Lo sport di alcuni antipolitici, è quello di den­i­grare non solo, come sarebbe lecito, i politici cor­rotti o inca­paci, ma anche chi­unque osi avere un’ ide­olo­gia polit­ica. E’ tutto un  loop d’insulti, di foto pub­bli­cate con par­la­menti in fiamme, di minacce anche ai sem­plici mil­i­tanti o sim­pa­tiz­zanti: I politici sono tutti merde! Ergo la polit­ica è una merda! Ergo i mil­i­tanti e persino gli elet­tori sono merde!

Il tutto con un odio gener­ico, che si spiega solo anal­iz­zando la dif­fi­cile situ­azione socio eco­nom­ica in cui oggi molti, purtroppo, vivono. Odio che spesso degen­era in vera per­se­cuzione per chi anche solo s’interessa di conoscere e val­utare pro­poste e pro­grammi politici, met­ten­dolo alla pub­blica gogna alla stessa stregua dei farabutti  che hanno truffato mil­ioni di euro, poco importa se il mil­i­tante non solo non ci guadagna il becco di un quat­trino, ma addirit­tura ci rimette di tasca pro­pria ded­i­can­doci il tempo libero.

Già! Ma se siamo nella merda non è che, forse, pro­prio inter­es­san­doci della cosa pub­blica pos­si­amo uscirne?

E così che accanto a questi antipolitici, (che per altro non sono in grado di indi­care in che modo miglio­rare la soci­età senza polit­ica) nell’ultimo peri­odo molte per­sone, soprat­tutto gio­vani, non solo si inter­es­sano alla cosa pub­blica ma parte­ci­pano atti­va­mente e in alcuni casi si met­tono in gioco parte­ci­pando a dure com­pe­tizioni elettorali.

Tut­tavia il tabù della polit­ica per­siste e men­tre storici par­la­men­tari (molti dei quali sono respon­s­abili è della grave crisi eco­nom­ica e sociale in cui ci tro­vi­amo e dell’aver gen­er­ato sen­ti­menti neg­a­tivi) si divi­dono si ripro­pon­gono e reim­pas­tano, per gli altri è tutto un dis­trug­gere, rot­ta­mare in nome di un ide­ale cam­bi­a­mento (di fatto privo di contenuti).

Ho parte­ci­pato dal di den­tro (come mil­i­tante sel) alle pri­marie del cen­trosin­is­tra.                                      Il seg­gio di un paese in provin­cia di Asti è stato un ottimo punto d’osservazione. Migli­aia di per­sone di tutte le età in tutt’Italia, hanno dato un’ottima indi­cazione d’indirizzo politico alla coal­izione pre­miando, attra­verso la scelta dei can­di­dati, l’ambiente in primis ma anche la voglia di trasparenza, di diritti civili e di sviluppo eco­nom­ico, inteso non come mero sfrut­ta­mento sel­vag­gio ma come crescita respon­s­abile della qual­ità della vita.

Dal mio con­fronto con mil­i­tanti del Pd, (che molti di quelli che leg­gono vor­reb­bero vedere tutti appesi alla forca) è emerso, ad esem­pio, che non sono affatto d’accordo alla real­iz­zazione del TAV e lo dimostrano anche gli esiti delle votazioni delle pri­marie, che a Torino hanno visto pre­mi­are il Con­sigliere Regionale Ste­fano Lepri oltre all’ex sin­daco di Avigliana Carla Mat­ti­oli o al Con­sigliere Comu­nale di Torino Michele Curto, segno che il rispetto per l’ambiente e la razion­al­ità nella spesa pub­blica sono pri­or­i­tarie per gli italiani.

E se, come diceva Gandhi, In democrazia nes­sun fatto di vita si sot­trae alla polit­ica, per me il vero crim­ine con­siste nel non inter­es­sarsi, non parte­ci­pare, non scegliere, in quanto così facendo si aval­lano pro­prio le “merde” che si dice di voler com­bat­tere in nome del “tanto sono tutti uguali”!

Amarcord: Una domenica senz’auto negli anni ’70!

AUSTRITY-22 dicem­bre 1973 era una delle domeniche di Aus­ter­ity, tutti intorno a me erano arrab­bi­atis­simi! Mia madre dopo una set­ti­mana di lavoro riteneva fosse ingiusto non poter usare la 127 per andare dalla provin­cia di Torino a pren­dere il caffè in Piazza del Duomo a Milano, mio padre impre­cava con­tro quelli dello Yom Kip­pur. Era a causa loro se ave­vano chiuso il canale di Suez e per questo motivo le navi petroliere dove­vano cir­cum­nav­i­gare l’Africa per portare il petro­lio ma, cosa ancor più grave, lui avrebbe dovuto fare a piedi, i 300 metri tra la nos­tra casa in Viale Gram­sci e il Bar Mag­giora in Corso Fran­cia a Col­legno! Per il ner­voso, aveva ter­mi­nato anzitempo le sigarette e per­tanto doveva asso­lu­ta­mente com­piere questo “lungo cam­mino” non senza insultare gli arabi che ave­vano messo l’embargo e lo face­vano sicu­ra­mente per aumentare il prezzo della ben­z­ina! Ma lo aumen­tassero senza farla tanto lunga! (In modo che lui potesse andarsi a com­prare le sigarette o andare con l’auto dove voleva!)

Mia nonna, alzava gli occhi al cielo e sospi­rava! Lei al tempo della guerra, faceva molti chilometri a piedi sotto i bom­bar­da­menti per portare il pane ai par­ti­giani, ma a mio padre ciò non inter­es­sava, la guerra, i par­ti­giani ora­mai erano roba d’altri tempi, ora vive­vamo i “tempi mod­erni” e non si poteva togliere ad un uomo mod­erno degli anni ’70 l’auto e, soprat­tutto, le sigarette!

Men­tre la mia famiglia impre­cava verso gli arabi e gli israeliani, io allora bimba ero invece felice di questa notizia dell’Aus­ter­ity e, senza dire nulla a nes­suno, presi i miei pat­tini a rotelle, lo spaz­zolino da denti, due Buondì Motta e un gomi­tolo di lana rossa (per seg­nare la strada e non per­dermi, non le brici­ole di pane che si sa che i passerotti le man­giano e dopo non sai più come fare per ori­en­tarti) e scesi in strada, anziché pat­tinare sul mar­ci­apiedi, come dovevo far di solito per non essere investita, potevo pat­tinare al cen­tro della strada, ero felice, c’era aria di festa, io pat­ti­navo e can­tavo a squar­ci­agola, una can­zone degli Equipe 84, “tutta mia la città ahaaaaa…”, in un attimo fui in Corso Fran­cia. Incred­i­bil­mente una delle arterie prin­ci­pali della città era com­ple­ta­mente sgom­bra d’auto, vi erano numerose bici­clette anche dalle forme strane, clown, gio­col­ieri, un gruppo di gio­vani “figli dei fiori” seduti al cen­tro di un incro­cio, con la chi­tarra inton­ava: “c’era un ragazzo che come me amava i Bea­t­les e i Rolling stones…” Quella can­zone la conoscevo, la maes­tra a scuola ci aveva par­lato della guerra del Viet­nam, ma non mi fer­mai… mia nonna mi aveva rac­co­mandato di non dare con­fi­denza agli estranei…soprattutto ai “figli dei fiori” e ai capel­loni, ma a me sem­bra­vano sim­patici poi doveva essere bello avere per gen­i­tori dei fiori, men­tre io ero figlia di una ciminiera! Mio padre fumava sem­pre e io non res­pi­ravo… mi bru­ci­a­van gli occhi!

Ad ogni modo con­tin­uai a pat­tinare e a sro­to­lare il gomi­tolo di lana per non per­dermi, ma l’avevo fis­sato ad un sas­solino troppo pic­colo, che mi seguiva come un cagno­lino e ad un certo punto un gatto balzo sul sasso e sul filo e imbrogliò tutto il mio rudi­men­tale “segna mappa”! Acci­denti non avevo mai visto gat­tini gio­care in Corso Fran­cia, il filo di Ari­anna aveva fun­zion­ato anche nel labir­into del Mino­tauro e qui che non c’erano mino­tauri un gat­tino aveva dis­trutto la mia impresa! Ma non mi spaven­tai più di tanto, ero arrivata davanti alla “nave”, un nuovo palazzo appena costru­ito, lo Sky res­i­dence, dietro quello… in via Rossini, in una casa fine 800 abita­vano i miei nonni, non mi ero ancora persa! Con­tin­uai a pat­tinare sul corso e anche più rap­i­da­mente (senza il filo di lana che s’impigliava nelle rotelle) in un attimo fui a Leuman!

Un cav­allo con tanto di calesse per­cor­reva la strada, non era usuale vedere a Col­legno su corso Fran­cia delle car­rozze coi cav­alli! Una zia di mio padre (Zia Bia­gia) mi aveva nar­rato che negli anni 30 andava al lavoro da Col­legno a Torino col tram trainato da cav­alli, ma non le avevo cre­duto, ed ora invece vedevo con i miei occhi dei cav­alli al trotto sul corso!

Ad un certo punto vidi anche un ven­di­tore di zuc­chero filato e di palloncini…mi spaven­tai a morte! Ero per caso finita nel paese dei baloc­chi di Col­lodi? Cer­cai uno spec­chio, mi toc­cai le orec­chie, le avevo ancora nor­mali, quelle d’asino non mi erano cresciute, ma nel dub­bio non mi fer­mai, pazienza per lo zuc­chero filato, ma non volevo che mi crescessero le orec­chie, che avrebbe detto la maes­tra, e i miei com­pagni? Man­giai un più ras­si­cu­rante buondì motta e lavai i denti ad una fontana. Con­tin­uai a pat­tinare qual­cuno m’aveva detto che quel corso arrivava in Fran­cia ed ero deter­mi­nata ad arrivarci pattinando!

Arrivata a Cascine Vica di fronte alla Standa il mio viag­gio ter­minò! Mio nonno Antonino, si era stan­cato di seguirmi disc­re­ta­mente e mi sor­passò con la sua bicicletta!

Dove pensi di andare pic­cola Ketty? mi chiese senza scen­dere dalla bici.

In Fran­cia, non posso?

Ma lo sai il francese? 

Si, so tutte le can­zoni di Sylvie Var­tanComme un garçon je n’ai peur de rien, la la la! Risposi impertinente

E il pas­s­aporto? Ce l’hai il passaporto?

Caspita! Il pas­s­aporto non l’avevo, dovevo inter­rompere il mio viag­gio! Senza più protestare mon­tai con tutti i pat­tini sulla canna della bici e mio nonno.

Un giorno potrai andare in Fran­cia e in tutta l’Europa senza pas­s­aporto! mi ras­si­curò Nonno Antonino,e mi portò a casa sua dove sul poutagè a legna mia nonna aveva scaldato già il pane con fioc­chi di burro e miele,  altro che il buondì motta indus­tri­ali che ti com­pra tua madre! Tuonò lei. Poi mio nonno lesse dei pezzi di  un libro dove Giuseppe Mazz­ini affer­mava che chi ama la pro­pria patria ama tutte le patrie, e che bisog­nava creare una democrazia sociale final­iz­zata al benessere cul­tur­ale dei popoli europei. 

Il 21 12 2012 alle 12.21 sarò in corso Fran­cia all’uscita della tan­gen­ziale, come coor­di­na­tore del Sen­tiero Umano di Sol­i­da­ri­età  Ambi­en­tale, questa volta sarà un po’ più dif­fi­cile per­ché la cir­co­lazione delle auto non sarà inter­rotta e soprat­tutto mio nonno, classe 1898 non c’è più, ma io lo porto lo stesso con me! E tu? Chi porti con te?

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AUSTERITY

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Liaisons dangereuses

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Io e la mia amica Isa decidi­amo di parte­ci­pare all’Avant Som­met di Lione, per incon­trare e conoscere oltre la città, le per­sone che ci sono al di là del maledetto tun­nel TORINO LIONE che i nos­tri gov­erni vor­reb­bero costru­ire con­tro il nos­tro parere.

Preno­ti­amo il minibus che parte da Almese,  ma solo per il ritorno all’andata toc­cherebbe essere li alle 6 del mat­tino e par­tendo rispet­ti­va­mente dal Mon­fer­rato asti­giano e da Torino, prefe­ri­amo par­tire un giorno prima, tanto più che per l’andata tro­vi­amo un pas­sag­gio da due lionesi Jean­de­nis e Ale­jan­dro che tor­nano a Lione da Milano. Gli diamo appun­ta­mento ad Almese, dove las­ci­amo la nos­tra auto per il ritorno.
Il viag­gio è piacev­ole, si parla di polit­ica e delle dif­ferenze tra Italia e Fran­cia, ci scam­bi­amo infor­mazioni, ad esem­pio Jean­de­nis ci spiega che è una for­tuna che ora ci sia Hol­lande come pres­i­dente, per­chè sono vicini a legal­iz­zare il mat­ri­mo­nio tra gay e la pos­si­bil­ità per loro di adottare dei figli. “Certo che in Italia voi avendo il Papa, non potrete nem­meno par­larne!” (afferma lui)! Gli spiego che invece pro­prio in questi giorni in cui ci sono le pri­marie del cen­trosin­is­tra è uno degli argo­menti di dis­cus­sione e che uno dei can­di­dati (ndr Nichi Ven­dola), che è già il gov­er­na­tore della Puglia nonché leader di SEL, anch’egli gay desider­erebbe pot­ersi sposare e adottare un figlio e che recen­te­mente un altro gay è stato eletto come gov­er­na­tore della Sicilia. Lui si stupisce, non pen­sava fos­simo così “avanti” avendo avuto per molti anni il gov­erno di Berlus­coni.
Ci sono molte cose che i nos­tri cug­ini francesi non sanno di noi e molte che non sap­pi­amo noi di loro, per esem­pio in Italia pen­si­amo che loro siano in mag­gio­ranza a favore dell’energia nucleare, ma a sen­tire Jean­de­nis è il con­trario. Arriv­i­amo alla fron­tiera dopo il Fre­jus e c’è molta polizia, ci fer­mano, ci chiedono dove andi­amo, e Jean­de­nis risponde. “torno a casa a Lione, abito li e loro sono mie ospiti!” Si scusa per la pic­cola bugia e rimane allo stesso modo mer­av­igliato, per lavoro attra­versa la fron­tiera spesso ed è la prima volta che viene fer­mato e che ci sia tutta quella polizia.
Il tempo passa in fretta, ci accom­pa­g­nano fino all’espace Sar­razin, dove ci sono le con­ferenze dell’Avant Som­met orga­niz­zato da Daniel Ibanez e dai no tav francesi, pur essendo lionesi, non sape­vano di questo evento, se potranno lunedì parteciper­anno alla man­i­fes­tazione con­tro Monti e Hol­land e l’assurdità delle grandi opere.
Sono quasi le 18, il con­vegno è ancora in piena attiv­ità mal­grado abbiano incom­in­ci­ato da sta­mat­tina.
Dati, fil­mati, dis­cus­sioni. C’è anche l’assistente di un un europar­la­mentare francese,  un con­sigliere regionale Rhône-Alpes, ma anche Davide Bono, con­sigliere regionale piemon­tese M5S e Angelo Tartaglia del Politec­nico di Torino. La nos­tra cor­rispon­dente Vir­ginie ci viene in con­tro, è l’ora dell’aperitivo, e tra un bic­chiere e l’altro ci fanno domande sul movi­mento No TAV in Italia.
Loro, a quanto pare, è solo un anno che si danno da fare come movi­mento, non cir­colano infor­mazioni, qual­cuno ( i loro gov­erni) gli aveva fatto credere che siamo noi ital­iani a voler real­iz­zare la gal­le­ria a tutti i costi e a loro la cosa non riguar­dava per­ché avremmo pagato noi l’intero trac­ciato.
Strano, anche a noi dicono la stessa cosa! Ridi­amo insieme e ci por­tano a cena in un ris­torante della città antica. Hanno sete di sapere e noi di rac­con­tare, ci ren­di­amo conto che le infor­mazioni non cir­colano. Ad ogni mio rac­conto degli avven­i­menti in Clarea, stra­buz­zano gli occhi, non pos­sono credere che al di la delle mon­tagne, pos­sano essere vio­lati in questo modo i diritti umani e d’opinione. Qualche assur­dità me la rac­con­tano anche loro però… una di loro che lavora nei trasporti, mi rac­conta ad esem­pio, che partono tir dalla Fran­cia alla Ger­ma­nia che esportano alla grande dis­tribuzione tedesca pneu­matici, salvo poi venderli agli instal­la­tori francesi che (a causa di riduzioni delle tasse) li acquis­tano ad un prezzo più basso che dal pro­dut­tore, e le merci vanno avanti e indi­etro tra i due stati spre­cando car­bu­rante e inquinando.
Tor­nando a casa dove ci ospi­tano rima­ni­amo bloc­cati in ascen­sore, la pro­pri­etaria di casa (un ele­gante con­do­minio nel cen­tro di Lyon) è mor­ti­fi­cata in 22 anni che vive li non è mai suc­cesso! Atten­dendo in soc­corsi, mi pren­dono in giro…dopo i miei rac­conti sulla Clarea, e 2 brac­cia rotte in un anno (1 per un inci­dente auto­mo­bilis­tico a l’altro per una caduta acci­den­tale al super­me­r­cato) cre­dono che sia io a portare sfor­tuna.
Ci sveg­liamo al mat­tino in questa casa molto bella, siamo in un attico e dalle finestre si vede tutta Lyon, in cucina è già pronta una ricca colazione e hanno anche fatto il caffé molto forte come piace a noi ital­iani. L’espresso e un’altra cosa ma apprezzo la buona volontà!
Ci diri­giamo verso il palazzo delle nos­tre riu­nioni, dove mal­grado siano solo le 8,30 sono tutti in attiv­ità, ma per com­in­ciare aspet­ti­amo un gruppo di rela­tori ital­iani, che arrivano in ritardo per­ché bloc­cati più volte sia alla fron­tiera del Fre­jus, sia all’arrivo al Lyon…riescono a pas­sare mentendo sulla des­ti­nazione del viag­gio.
Manca tut­tavia all’appello il bus con 15 ital­iani par­titi dalla Val Susa bloc­cato al Fre­jus con scuse pretes­tu­ose dai gen­darmi francesi per diverse ore, salvo poi las­cia­rli pas­sare tutti meno 3 tra cui l’autista, quindi non han potuto far altro che tornare indi­etro.
I francesi pre­senti al con­vegno a questa prima notizia sbian­cano! Una ammette can­di­da­mente: Pen­savo che questo avvenisse dalla parte ital­iana, si sa che da voi non c’è democrazia, ma da noi in Fran­cia, il paese della lib­ertà, non è ammis­si­bile una cosa del genere! (Poi pro­prio ora che hanno mandato a casa Sarkozy e scelto Hol­lande!)Un’altra invece afferma che siamo in un nuovo ordine mon­di­ale ( ed io penso, guarda caso il nos­tro gov­erno tec­nico è gra­dito alle banche e Monti fa parte del gruppo Bilder­berg)!
Ad ogni modo impedis­cono a 15 cit­ta­dini ital­iani di parte­ci­pare ad una con­ferenza francese, che fine ha fatto il trat­tato di Schen­gen?
La Corte dei conti francese ha boc­ciato questo prog­etto, e un euro par­la­mentare francese riferisce che in com­mis­sione euro­pea la UE non è disponi­bile a finanziarlo, il motivo non è eco­logico, ma eco­nom­ico: Non ci sono soldi, e inoltre ci sono altre pri­or­ità!
Io sono europeista con­vinta, ma pongo una ques­tione col mio francese sco­las­tico quasi dimen­ti­cato:
Quelle Europe? Quelle des marchan­dises ou quelle des per­son­nes.
Nous citoyen européen, nous sommes moins d’un pro­duit?
Quale Europa? Quella delle merci o quella delle per­sone? Pos­si­bile che noi cit­ta­dini europei valiamo meno di un prodotto?
Pare di si! L’autobus non arriva io e la mia amica siamo bloc­cate a Lyon, ma grande è la sol­i­da­ri­età dei nos­tri amici francesi, ci ospit­er­anno ancora se non rius­ciremo a trovare un altro mezzo per tornare.
Si sparge sul web la notizia e la sorella della mia amica decide di par­tire con suo mar­ito da Oulx per venirci a pren­dere, le rac­co­man­di­amo via sms di non dire che viene a Lione, lei e il mar­ito sono guardie fore­stali, ma mal­grado abbiano il las­cia pas­sare sul crus­cotto, la polizia li fer­merà più volte!
Nel frat­tempo parte­cip­i­amo ad altre riu­nioni inter­es­santi, arrivano anche espo­nenti dei movi­menti parig­ini: le tav serà comme Notredame de Landes, (altra opera faraon­ica e inutile nei pressi di Parigi)  ci dicono. A quanto pare le grandi opere anche in Fran­cia sono gra­dite solo ai politici! Ma il comune denom­i­na­tore è: Ils mentent ils trichent (mentono e imbrogliano).  L’ex sin­daco di Cham­bery Luc Besson vor­rebbe che si facesse una nuova stazione solo per avere una targa col suo nome, gli aqm­bi­en­tal­isti gli faranno una targa a loro spese purché non sper­peri danaro pub­blico in opere dev­as­tanti il ter­ri­to­rio.
Dopo essere rius­citi a pas­sare una serie di posti di blocco, la sorella della mia amica e il mar­ito, arrivano a pren­derci.
C’è polizia ovunque ma non fer­mano chi las­cia la Fran­cia… solo chi arriva. Evi­den­te­mente sanno che le loro men­zogne cadreb­bero se tra di noi cit­ta­dini europei ci par­liamo, tor­ni­amo a casa ancor più con­vinte di essere dalla parte giusta.
Abbi­amo mem­o­riz­zato mail e con­tatti queste “lia­sons dan­gereuses” devono con­tin­uare “sans fron­tierès”! L’Europa siamo noi! Affan­culo i mercati!