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#ilBucoConLeBalleIntorno
Era il 3 luglio 2011, Già allora avevano problemi a giustificarne l’utilità i favorevoli a questo scellerato progetto e non avendo argomenti, la buttarono “in caciara” facendola diventare una questione di ordine pubblico, e ciò avrebbe procurato una nuova fonte da cui trarre profitto: l’occupazione militare della zona! Un bel business appetitoso per i tangentisti, oltre 90 mila euro al giorno, a carico degli italiani, con il doppio effetto che anziché porre l’attenzione su lavori che non verranno mai eseguiti (con grave sperpero di danaro pubblico per il nulla), si inventavano nuovi nemici da combattere: inermi cittadini colpevoli solo di voler proteggere dalla devastazione i loro territori.
Dissero: “E’ l’Europa che ce lo chiede! In Francia oramai è tutto fatto! Avremmo perso una grande occasione! Il Piemonte, a loro dire, rischiava di rimanere tagliato fuori! A tutt’oggi non solo la Francia non ha fatto nulla, ma addirittura si sarebbe dissociata dal progetto del Tav, prima bocciandolo come non conveniente, dalla loro “Corte dei Conti” poi definendolo “non prioritario e rimandando ogni decisione al 2030.
I signori della politica hanno continuato a mentire, a negare la realtà, il buco (57 km di tunnel dentro le Alpi) loro, lo vogliono fare lo stesso anche se non porterà da nessuna parte, non importa che non sappiamo dove andare a prendere i soldi e se qualcuno osa dir di no è un “facinoroso” e lo facciamo caricare e gasare dalla polizia!
Ci dissero: Dovete isolare i violenti!
Rispondemmo: Ci proviamo abbiamo anche fatto delle barricate,ma hanno lacrimogeni, manganelli, idranti…non è facile.
2 anni dopo…23 anni dopo è ancora #NOTAV
Elementare Dott Giancarlo!

Oh guarda chi indossava la maschera prima del ritrovamento del luogo del reato! Un tutore dell’ordine pubblico!
Caro Giancarlo dott Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Torino, alla vigilia di un incontro in Val Susa da parte delle istituzioni con la cittadinanza, guarda caso succedono disordini al cantiere Tav in Val Susa. Pochi giorni prima abbiamo avuto la notizia che non ci sono soldi per le cosiddette “compensazioni” (ovvero io governo ti devasto il territorio ma per farmi perdonare ti do qualcosa in cambio, per farti meglio tollerare il disagio). Soldi non ce ne sono caro Signor Procuratore, ma si può comunque spendere e spandere per tenere militari e poliziotti, nell’ozio più assoluto in montagna dentro un recinto. Si sa che l’ozio è la causa di molti mali e forse a qualche buontempone è venuta l’idea di auto-aggredirsi per poi dare la colpa ai no tav. Agenti provocatori?
Come dice? Guardo troppi film?
Vero! Mi ha beccata! Ne guardo molti, e di recente ho rivisto anche quello di Daniele Vicari “Diaz”, ma pare che narri di fatti successi purtroppo nella realtà e per i quali nessuno ha pagato, anzi molti degli imputati hanno fatto carriera e ora sono ai vertici della polizia se non in Parlamento!
Dunque, dicevo Dott Giancarlo… alla vigilia dell’incontro con la Popolazione Valsusina, scontri, molotov e quant’altro. Ciò ha autorizzato tutti i media a dare addosso ai NOTAV, al clima di terrorismo che si può creare…bla…bla…bla.
Ma ragioniamo un attimo Dottor Giancarlo…Tale situazione cui prodest? A chi giova?
Sicuramente non a noi NOTAV, anzi qualcuno di noi si è anche diviso sull’argomento “violenza si/violenza no”. La violenza è sicuramente da combattere, ma allora dovrebbe far arrestare tutti i violenti che hanno manifestato contro la magistratura per difendere il loro capo, un attempato senatore pedofilo… (ma questa è un’altra storia!)
Ritornando alla questione… nei migliori gialli, per trovare il colpevole occorre prima trovare il movente… Nel caso specifico il movente è: ASSOLUTA INCAPACITA’ DELLA POLITICA DI FAR ACCETTARE ALLA POPOLAZIONE UN’OPERA INUTILE, COSTOSA E MERAMENTE SPECULATIVA .
Detto questo Caro Dott Proc Giancarlo, il magistrato è lei e tocca a lei indagare e sarebbe un bel modo prima di andare in pensione di chiudere la sua prestigiosa carriera: arrestare per una volta i cattivi delle istituzioni. Questo darebbe maggiore credibilità alle istituzioni stesse, non trova?
La mia ipotesi investigativa, è frutto della mia fantasia…ma se ci pensi bene è tutt’altro che fantasiosa!
In questo post trovi anche le foto di un oggetto “corpo di reato” e del soggetto che lo indossava precedentemente. Agente provocatore? Diaz e la storia delle molotov insegnano! Non ci vuole Sherlock Holmes per capire com’è andata! Elementare Dott Proc Giancarlo… Ci pensi!
Irriverente ma non troppo
Ketty Increta (Ambientalista e No Tav)
Amarcord: Una domenica senz’auto negli anni ’70!
2 dicembre 1973 era una delle domeniche di Austerity, tutti intorno a me erano arrabbiatissimi! Mia madre dopo una settimana di lavoro riteneva fosse ingiusto non poter usare la 127 per andare dalla provincia di Torino a prendere il caffè in Piazza del Duomo a Milano, mio padre imprecava contro quelli dello Yom Kippur. Era a causa loro se avevano chiuso il canale di Suez e per questo motivo le navi petroliere dovevano circumnavigare l’Africa per portare il petrolio ma, cosa ancor più grave, lui avrebbe dovuto fare a piedi, i 300 metri tra la nostra casa in Viale Gramsci e il Bar Maggiora in Corso Francia a Collegno! Per il nervoso, aveva terminato anzitempo le sigarette e pertanto doveva assolutamente compiere questo “lungo cammino” non senza insultare gli arabi che avevano messo l’embargo e lo facevano sicuramente per aumentare il prezzo della benzina! Ma lo aumentassero senza farla tanto lunga! (In modo che lui potesse andarsi a comprare le sigarette o andare con l’auto dove voleva!)
Mia nonna, alzava gli occhi al cielo e sospirava! Lei al tempo della guerra, faceva molti chilometri a piedi sotto i bombardamenti per portare il pane ai partigiani, ma a mio padre ciò non interessava, la guerra, i partigiani oramai erano roba d’altri tempi, ora vivevamo i “tempi moderni” e non si poteva togliere ad un uomo moderno degli anni ’70 l’auto e, soprattutto, le sigarette!
Mentre la mia famiglia imprecava verso gli arabi e gli israeliani, io allora bimba ero invece felice di questa notizia dell’Austerity e, senza dire nulla a nessuno, presi i miei pattini a rotelle, lo spazzolino da denti, due Buondì Motta e un gomitolo di lana rossa (per segnare la strada e non perdermi, non le briciole di pane che si sa che i passerotti le mangiano e dopo non sai più come fare per orientarti) e scesi in strada, anziché pattinare sul marciapiedi, come dovevo far di solito per non essere investita, potevo pattinare al centro della strada, ero felice, c’era aria di festa, io pattinavo e cantavo a squarciagola, una canzone degli Equipe 84, “tutta mia la città ahaaaaa…”, in un attimo fui in Corso Francia. Incredibilmente una delle arterie principali della città era completamente sgombra d’auto, vi erano numerose biciclette anche dalle forme strane, clown, giocolieri, un gruppo di giovani “figli dei fiori” seduti al centro di un incrocio, con la chitarra intonava: “c’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling stones…” Quella canzone la conoscevo, la maestra a scuola ci aveva parlato della guerra del Vietnam, ma non mi fermai… mia nonna mi aveva raccomandato di non dare confidenza agli estranei…soprattutto ai “figli dei fiori” e ai capelloni, ma a me sembravano simpatici poi doveva essere bello avere per genitori dei fiori, mentre io ero figlia di una ciminiera! Mio padre fumava sempre e io non respiravo… mi bruciavan gli occhi!
Ad ogni modo continuai a pattinare e a srotolare il gomitolo di lana per non perdermi, ma l’avevo fissato ad un sassolino troppo piccolo, che mi seguiva come un cagnolino e ad un certo punto un gatto balzo sul sasso e sul filo e imbrogliò tutto il mio rudimentale “segna mappa”! Accidenti non avevo mai visto gattini giocare in Corso Francia, il filo di Arianna aveva funzionato anche nel labirinto del Minotauro e qui che non c’erano minotauri un gattino aveva distrutto la mia impresa! Ma non mi spaventai più di tanto, ero arrivata davanti alla “nave”, un nuovo palazzo appena costruito, lo Sky residence, dietro quello… in via Rossini, in una casa fine 800 abitavano i miei nonni, non mi ero ancora persa! Continuai a pattinare sul corso e anche più rapidamente (senza il filo di lana che s’impigliava nelle rotelle) in un attimo fui a Leuman!
Un cavallo con tanto di calesse percorreva la strada, non era usuale vedere a Collegno su corso Francia delle carrozze coi cavalli! Una zia di mio padre (Zia Biagia) mi aveva narrato che negli anni 30 andava al lavoro da Collegno a Torino col tram trainato da cavalli, ma non le avevo creduto, ed ora invece vedevo con i miei occhi dei cavalli al trotto sul corso!
Ad un certo punto vidi anche un venditore di zucchero filato e di palloncini…mi spaventai a morte! Ero per caso finita nel paese dei balocchi di Collodi? Cercai uno specchio, mi toccai le orecchie, le avevo ancora normali, quelle d’asino non mi erano cresciute, ma nel dubbio non mi fermai, pazienza per lo zucchero filato, ma non volevo che mi crescessero le orecchie, che avrebbe detto la maestra, e i miei compagni? Mangiai un più rassicurante buondì motta e lavai i denti ad una fontana. Continuai a pattinare qualcuno m’aveva detto che quel corso arrivava in Francia ed ero determinata ad arrivarci pattinando!
Arrivata a Cascine Vica di fronte alla Standa il mio viaggio terminò! Mio nonno Antonino, si era stancato di seguirmi discretamente e mi sorpassò con la sua bicicletta!
Dove pensi di andare piccola Ketty? mi chiese senza scendere dalla bici.
In Francia, non posso?
Ma lo sai il francese?
Si, so tutte le canzoni di Sylvie Vartan…Comme un garçon je n’ai peur de rien, la la la! Risposi impertinente
E il passaporto? Ce l’hai il passaporto?
Caspita! Il passaporto non l’avevo, dovevo interrompere il mio viaggio! Senza più protestare montai con tutti i pattini sulla canna della bici e mio nonno.
Un giorno potrai andare in Francia e in tutta l’Europa senza passaporto! mi rassicurò Nonno Antonino,e mi portò a casa sua dove sul poutagè a legna mia nonna aveva scaldato già il pane con fiocchi di burro e miele, altro che il buondì motta industriali che ti compra tua madre! Tuonò lei. Poi mio nonno lesse dei pezzi di un libro dove Giuseppe Mazzini affermava che chi ama la propria patria ama tutte le patrie, e che bisognava creare una democrazia sociale finalizzata al benessere culturale dei popoli europei.
Il 21 12 2012 alle 12.21 sarò in corso Francia all’uscita della tangenziale, come coordinatore del Sentiero Umano di Solidarietà Ambientale, questa volta sarà un po’ più difficile perché la circolazione delle auto non sarà interrotta e soprattutto mio nonno, classe 1898 non c’è più, ma io lo porto lo stesso con me! E tu? Chi porti con te?
Liaisons dangereuses
Prenotiamo il minibus che parte da Almese, ma solo per il ritorno all’andata toccherebbe essere li alle 6 del mattino e partendo rispettivamente dal Monferrato astigiano e da Torino, preferiamo partire un giorno prima, tanto più che per l’andata troviamo un passaggio da due lionesi Jeandenis e Alejandro che tornano a Lione da Milano. Gli diamo appuntamento ad Almese, dove lasciamo la nostra auto per il ritorno.
Il viaggio è piacevole, si parla di politica e delle differenze tra Italia e Francia, ci scambiamo informazioni, ad esempio Jeandenis ci spiega che è una fortuna che ora ci sia Hollande come presidente, perchè sono vicini a legalizzare il matrimonio tra gay e la possibilità per loro di adottare dei figli. “Certo che in Italia voi avendo il Papa, non potrete nemmeno parlarne!” (afferma lui)! Gli spiego che invece proprio in questi giorni in cui ci sono le primarie del centrosinistra è uno degli argomenti di discussione e che uno dei candidati (ndr Nichi Vendola), che è già il governatore della Puglia nonché leader di SEL, anch’egli gay desidererebbe potersi sposare e adottare un figlio e che recentemente un altro gay è stato eletto come governatore della Sicilia. Lui si stupisce, non pensava fossimo così “avanti” avendo avuto per molti anni il governo di Berlusconi.
Ci sono molte cose che i nostri cugini francesi non sanno di noi e molte che non sappiamo noi di loro, per esempio in Italia pensiamo che loro siano in maggioranza a favore dell’energia nucleare, ma a sentire Jeandenis è il contrario. Arriviamo alla frontiera dopo il Frejus e c’è molta polizia, ci fermano, ci chiedono dove andiamo, e Jeandenis risponde. “torno a casa a Lione, abito li e loro sono mie ospiti!” Si scusa per la piccola bugia e rimane allo stesso modo meravigliato, per lavoro attraversa la frontiera spesso ed è la prima volta che viene fermato e che ci sia tutta quella polizia.
Il tempo passa in fretta, ci accompagnano fino all’espace Sarrazin, dove ci sono le conferenze dell’Avant Sommet organizzato da Daniel Ibanez e dai no tav francesi, pur essendo lionesi, non sapevano di questo evento, se potranno lunedì parteciperanno alla manifestazione contro Monti e Holland e l’assurdità delle grandi opere.
Sono quasi le 18, il convegno è ancora in piena attività malgrado abbiano incominciato da stamattina.
Dati, filmati, discussioni. C’è anche l’assistente di un un europarlamentare francese, un consigliere regionale Rhône-Alpes, ma anche Davide Bono, consigliere regionale piemontese M5S e Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino. La nostra corrispondente Virginie ci viene in contro, è l’ora dell’aperitivo, e tra un bicchiere e l’altro ci fanno domande sul movimento No TAV in Italia.
Loro, a quanto pare, è solo un anno che si danno da fare come movimento, non circolano informazioni, qualcuno ( i loro governi) gli aveva fatto credere che siamo noi italiani a voler realizzare la galleria a tutti i costi e a loro la cosa non riguardava perché avremmo pagato noi l’intero tracciato.
Strano, anche a noi dicono la stessa cosa! Ridiamo insieme e ci portano a cena in un ristorante della città antica. Hanno sete di sapere e noi di raccontare, ci rendiamo conto che le informazioni non circolano. Ad ogni mio racconto degli avvenimenti in Clarea, strabuzzano gli occhi, non possono credere che al di la delle montagne, possano essere violati in questo modo i diritti umani e d’opinione. Qualche assurdità me la raccontano anche loro però… una di loro che lavora nei trasporti, mi racconta ad esempio, che partono tir dalla Francia alla Germania che esportano alla grande distribuzione tedesca pneumatici, salvo poi venderli agli installatori francesi che (a causa di riduzioni delle tasse) li acquistano ad un prezzo più basso che dal produttore, e le merci vanno avanti e indietro tra i due stati sprecando carburante e inquinando.
Tornando a casa dove ci ospitano rimaniamo bloccati in ascensore, la proprietaria di casa (un elegante condominio nel centro di Lyon) è mortificata in 22 anni che vive li non è mai successo! Attendendo in soccorsi, mi prendono in giro…dopo i miei racconti sulla Clarea, e 2 braccia rotte in un anno (1 per un incidente automobilistico a l’altro per una caduta accidentale al supermercato) credono che sia io a portare sfortuna.
Ci svegliamo al mattino in questa casa molto bella, siamo in un attico e dalle finestre si vede tutta Lyon, in cucina è già pronta una ricca colazione e hanno anche fatto il caffé molto forte come piace a noi italiani. L’espresso e un’altra cosa ma apprezzo la buona volontà!
Ci dirigiamo verso il palazzo delle nostre riunioni, dove malgrado siano solo le 8,30 sono tutti in attività, ma per cominciare aspettiamo un gruppo di relatori italiani, che arrivano in ritardo perché bloccati più volte sia alla frontiera del Frejus, sia all’arrivo al Lyon…riescono a passare mentendo sulla destinazione del viaggio.
Manca tuttavia all’appello il bus con 15 italiani partiti dalla Val Susa bloccato al Frejus con scuse pretestuose dai gendarmi francesi per diverse ore, salvo poi lasciarli passare tutti meno 3 tra cui l’autista, quindi non han potuto far altro che tornare indietro.
I francesi presenti al convegno a questa prima notizia sbiancano! Una ammette candidamente: Pensavo che questo avvenisse dalla parte italiana, si sa che da voi non c’è democrazia, ma da noi in Francia, il paese della libertà, non è ammissibile una cosa del genere! (Poi proprio ora che hanno mandato a casa Sarkozy e scelto Hollande!)Un’altra invece afferma che siamo in un nuovo ordine mondiale ( ed io penso, guarda caso il nostro governo tecnico è gradito alle banche e Monti fa parte del gruppo Bilderberg)!
Ad ogni modo impediscono a 15 cittadini italiani di partecipare ad una conferenza francese, che fine ha fatto il trattato di Schengen?
La Corte dei conti francese ha bocciato questo progetto, e un euro parlamentare francese riferisce che in commissione europea la UE non è disponibile a finanziarlo, il motivo non è ecologico, ma economico: Non ci sono soldi, e inoltre ci sono altre priorità!
Io sono europeista convinta, ma pongo una questione col mio francese scolastico quasi dimenticato:
Quelle Europe? Quelle des marchandises ou quelle des personnes.
Nous citoyen européen, nous sommes moins d’un produit?
Quale Europa? Quella delle merci o quella delle persone? Possibile che noi cittadini europei valiamo meno di un prodotto?
Pare di si! L’autobus non arriva io e la mia amica siamo bloccate a Lyon, ma grande è la solidarietà dei nostri amici francesi, ci ospiteranno ancora se non riusciremo a trovare un altro mezzo per tornare.
Si sparge sul web la notizia e la sorella della mia amica decide di partire con suo marito da Oulx per venirci a prendere, le raccomandiamo via sms di non dire che viene a Lione, lei e il marito sono guardie forestali, ma malgrado abbiano il lascia passare sul cruscotto, la polizia li fermerà più volte!
Nel frattempo partecipiamo ad altre riunioni interessanti, arrivano anche esponenti dei movimenti parigini: le tav serà comme Notredame de Landes, (altra opera faraonica e inutile nei pressi di Parigi) ci dicono. A quanto pare le grandi opere anche in Francia sono gradite solo ai politici! Ma il comune denominatore è: Ils mentent ils trichent (mentono e imbrogliano). L’ex sindaco di Chambery Luc Besson vorrebbe che si facesse una nuova stazione solo per avere una targa col suo nome, gli aqmbientalisti gli faranno una targa a loro spese purché non sperperi danaro pubblico in opere devastanti il territorio.
Dopo essere riusciti a passare una serie di posti di blocco, la sorella della mia amica e il marito, arrivano a prenderci.
C’è polizia ovunque ma non fermano chi lascia la Francia… solo chi arriva. Evidentemente sanno che le loro menzogne cadrebbero se tra di noi cittadini europei ci parliamo, torniamo a casa ancor più convinte di essere dalla parte giusta.
Abbiamo memorizzato mail e contatti queste “liasons dangereuses” devono continuare “sans frontierès”! L’Europa siamo noi! Affanculo i mercati!
Ad Animalisti convinti, cedo bruchi!
Questa mattina ho trovato dei simpatici ospiti sulle foglie dei miei cavoli neri.
I cavoli neri mi piacciono molto! Anche ai bruchi da farfalla evidentemente…ergo: O loro o io!
In primavera però mi piace assai che nel mio giardino svolazzino delle belle e variopinte farfalle…quindi, per ora ho trasferito le bestiole nella mia compostiera, in mezzo agli sfalci di erba e rifiuti domestici organici, tuttavia se qualcuno li volesse adottare, li cedo volentieri… ma solo se veri amanti dei bruchi!
- Colonia di bruchi (da grandi diventano splendide farfalle!)
Mugello ad Alta Lentezza
IL testo di una canzone dedicata all’amicizia , del 1982 di Mogol — Cocciante dice: “Non dico che dividerei una montagna ma andrei a piedi certamente a Bologna per un amico in più! ” Era da un po’ che mi prefiggevo questo traguardo un viaggio ad “alta lentezza” sul Mugello…per scoprire cosa mi sono persa per la fretta di fare la stessa tratta col treno ad alta velocità. In fondo da Firenze a Bologna ci sono solo 100 km circa…che fretta c’è di arrivare e sfrecciare veloci dentro un treno costoso per arrivare 10 minuti prima, se non si sa che sopra la propria testa ci sono paesi graziosi come Borgo San Lorenzo, o il Sentiero degli dei costruito dai romani nel 220 AC? E poi su quel treno Nicoletta non l’avrei mai incontrata mentre, sebbene non ci conoscessimo prima di questo viaggio, l’amicizia già consacrata dall’appartenenza all’ideale comune della difesa della ValSusa, si è meglio concretizzata con quella lunga camminata a stretto contatto per raggiungere il Pian della Futa o per vedere i disastri causati dall’alta velocità o ancora rimanere senza fiato per quanto bello è il susseguirsi di quelle montagne che si rincorrono quasi senza fine. Credo che ci ritorneremo… manca la parte bolognese, per problemi di lavoro siamo dovute rientrare, e a farla tutta a piedi ci sarebbero voluti ancora 2 o 3 giorni. Ma un’idea ce la siamo fatta…e un po’ di muscoli anche e una volta che cominci a camminare ci prendi gusto e lo rifai. Qui le foto
Nel nome del progresso!
Alla fine di ottobre 2011 è stata l’ultima volta che sono andata in Sicilia. Ho viaggiato in aereo con molti disagi, perché per lavoro sono passata da Roma e c’era la città paralizzata per piogge abbondanti, gli aerei sono partiti in ritardo e sono atterrata a Catania di notte. Il clima era ancora buono e percorrendo la piana di Catania, il paesaggio era profumato dagli alberi già con gli agrumi. Avevo cenato in aeroporto, un arancino di riso e una spremuta d’arancia. Avevo chiesto distrattamente una coca cola, ma il barista mi aveva fatto notare che mi trovavo in una catena di bar siciliani, quindi potevo ordinare solo prodotti locali, nella fattispecie o spremuta d’arancia fresca o, se proprio avessi voluto, in alternativa alla bevanda americana potevano servirmi chinotto siciliano.
Man mano che mi avvicinavo a Gela la gola mi si stringeva…non era l’emozione del ritorno a casa ma bensì il terribile inquinamento. Mercurio, arsenico,benzene, piombo zolfo, cloruro di polivinile? Chissà quest’odore quale agente inquinante è? Mi chiedevo.
Ho lasciato Gela il mio paese nel 1965 (non per emigrare ma come turista come Massimo Troisi nel suo film “Ricomincio da tre”) mio padre voleva farmi vedere le Alpi e la neve e per questo ci portò a Torino.
Papà un lavoro ce l’aveva al Petrolchimico di Gela, guadagnava molto bene e i primi anni della mia vita si sono svolti secondo il piano di sviluppo economico che aveva sognato per noi Enrico Mattei fondando l’Ente Nazionale Idrocarbuti e facendo costruire a Gela quel grande complesso industriale. Quel miraggio fece abbandonare a molti la campagna per il “posto fisso” e a mio padre preferire l’attività di tecnico elettronico a quella artigianale di mia nonna iniziata 60 anni prima. Enrico Mattei morì subito dopo essere stato a Gela in un incidente aereo, causato non si sa ancora da chi, ma è quasi certo che ad ucciderlo sia stato qualche losco interesse mafioso.
Eravamo in pieno boom economico, avevo le scarpette di vernice e vestitini costosi da bambolina, cappottini inglesi. Vivevo in un appartamento con un terrazzo sul mare talmente grande da poterci andare in bici e sulla tavola non mancava mai la “fettina” di carne di vitello che costava meno di duemilalire al kilo (1 euro) e la sera mi portavano in un enorme night, una specie di palafitta sul mare fatta in cemento e con il tetto in Ethernit il famoso“Lido la Conchiglia”, di giorno stabilimento balneare, di sera ristorante di lusso con musica dal vivo, ci venivano a cantare anche cantanti alla moda come Celentano, Mina e Morandi, ma i proprietari, i fratelli Ventura, a volte lasciavano esibire anche me o dormire sui divani della discoteca, mentre i miei genitori si attardavano con gli amici.
I miei avevano una lambretta ultimo modello, omologata per 2 ma usata per 3 e senza casco, fumavano sigarette di continuo (del resto allora lo facevano in molti), mi facevano sempre mangiare carne e bere coca cola, divertendosi poiché secondo loro sapevo leggere i cartelloni pubblicitari, avevo una grande radio e il televisore in bianco e nero con le valvole, che guardavo insieme ai vicini perché non tutti allora avevano la tv.
Mio padre era orgoglioso di quello sviluppo industriale del suo paese, ma forse quando ha iniziato a vedermi le mani o il costumino macchiato di catrame se facevo il bagno a mare, iniziava a capire che il prezzo da pagare per quel benessere era troppo alto. Inoltre il beneficio di prosperità per la città, durò molto poco, una volta costruito l’ecomostro e le palazzine per i dirigenti venuti da fuori, il gruppo licenziò tutta la manovalanza locale (braccia rubate all’agricoltura o alla pesca) che rimase senza terre da coltivare avendo ceduto per pochi denari le terre migliori al colosso industriale o a una selvaggia urbanizzazione.
Per questo motivo, o perché mentre eravamo in vacanza a Torino gli offrirono un lavoro con delle condizioni economiche ancor più vantaggiose, mio padre decise che sarebbe stato meglio per noi vivere sotto le Alpi, ma non in città, in periferia in mezzo al verde, lontano dal fumo delle industrie.
Difatti passai la mia infanzia tra Collegno e Grugliasco, quando il progresso ancora li non era arrivato. Al fondo di Viale Gramsci c’era una stalla con le mucche che all’inizio dell’estate venivano portate dai pastori a piedi negli alpeggi in Valsusa passando per tutto il paese e attraversando finanche il Corso Francia, ma gli automobilisti si arrabbiarono di più qualche anno dopo per le domeniche di austerity in cui non si poteva usare l’auto…ma io ero contenta perché potevo andare in pattini a rotelle (quelli allungabili usabili con le scarpe) e cantavo Obladì Obladà o Yellow Submarine a squarciagola di nascosto a mio padre che non voleva perché i Beatles erano capelloni e i capelloni tutti figli dei fiori e contro la civiltà e progresso!
Mia madre non voleva che facessi sport, perché temeva che mi ammalassi se sudavo, quindi non dovevo sudare e voleva a tutti i costi somministrarmi antibiotici preventivamente, cambiava medico se non scriveva ricette di antibiotici o ricostituenti, riteneva anche quello un beneficio del progresso…poter esigere antibiotici in quantità! Per fortuna risultai allergica e trovai un medico che le consigliò d’iscrivermi ad un corso di ginnastica,lei accettò ma pretese in cambio dal medico…una cura di ricostituenti almeno! Era fatta così, le piaceva la chimica…così giù di olio di fegato di merluzzo!
A Gela ci andavamo solo d’estate…ci andai l’ultima volta dopo l’esame di maturità, poi conquistata l’indipendenza non tornai più in Sicilia per 20 anni, anche perché allora la Sicilia per me era solo quell’agglomerato industriale maleodorante e le case dei parenti, mio padre visitava i luoghi solo se di passaggio e senza scendere dall’auto!
Una volta in pensione ha deciso che vuole vivere li, morire li…il clima della città lo aiuterà in questo suo desiderio Si è riscontrato che Gela si registra un tasso di mortalità maschile per i tumori allo stomaco, superiore del 57% rispetto alla media italiana, mentre il tasso di mortalità femminile per i tumori al colon retto supera del 74% la media nazionale. Valori notevolmente più alti rispetto alla media nazionale si individuano anche per altre patologie quali cirrosi epatica e malattie cardiovascolari.
Ma è nelle malformazioni dei neonati che si aprono gli scenari più inquietanti. Su 13.060 nati vivi, 520 bambini ovvero il 4% rivelano malformazioni tra cui l’ipospadia, l’insufficiente sviluppo dell’uretra, ha una incidenza particolarmente alta. Nascono poi bambini con sei dita ai piedi o alle mani, bimbi con un orecchio solo o senza palato, idrocefali con teche craniche abnormi. E dato che non è stato possibile verificare le malformazioni di bambini nati morti o abortiti per gravi malformazioni riscontrate, si suppone che la percentuale di malattie genetiche dovute all’inquinamento sia parecchio superiore.
Io a Gela vado solo 1 o 2 volte l’anno per visitare i miei e solo per pochi giorni, facendo una cura preventiva e non di antibiotici, mi auto-prescrivo la mia dose d’ossigeno, andando prima e dopo sulle Alpi.
Ogni volta che ci vado mi piacerebbe avere una macchina del tempo per tornare indietro di un paio d’anni rispetto alla realizzazione dell’opera per avvisare chi ha creduto in quel folle progetto, che li stavano ingannando e vorrei io pensare ad un piano di sviluppo meno devastante per la piana di Gela e per la sua spiaggia dorata ora inutilizzabile.
Nel nome del progresso!
TAV: Una mattina al Politecnico per saperne di più!
QUALI RISCHI PER L’AMBIENTE, I LAVORATORI DEI CANTIERI, I CITTADINI DELLA VALLE DI SUSA E
TORINO
La realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione in Val di Susa è da tempo contornata da aspre polemiche, che non lasciano emergere gli aspetti più significativi e tecnici dell’opera stessa. Al di là degli slogan e delle posizioni favorevoli o contrarie alla sua realizzazione, l’incontro si pone l’obiettivo di far luce su tematiche relative alla salute pubblica, ai possibili disagi psicosociali e all’infortunistica, che un progetto di queste dimensioni potrebbe comportare.
Sono però temi che vanno contestualizzati, osservati con la cognizione dei dati relativi all’intera opera: per questo è imprescindibile la conoscenza degli obiettivi che l’opera stessa si prefigge, in termini economici e di politica dei trasporti, alla luce di un bilancio tra costi-benefici – economici ed energetici – e del possibile impatto ambientale.
Del resto sono tematiche la cui osservazione può poggiare non soltanto su analisi, dati di studio e proiezioni, ma anche sull’esperienza ormai maturata e consolidata attraverso la realizzazione di altre tratte di linea. Un’esperienza alla quale pure far riferimento, come quella dell’area fiorentina e del Mugello da cui si possono trarre testimonianza e vantaggio, per calare la singola questione della Alta Velocità in Val di Susa nel più ampio ambito della rete ad Alta Velocità a livello nazionale.
Le tematiche trattate nell’incontro verteranno prevalentemente su aspetti scientifici della salute pubblica e di impatto ambientale: si è scelta la sede del Politecnico di Torino per permettere a chiunque di parteciparvi.
PROGRAMMA
Mario CAVARGNA – Pronatura, Torino
Analisi delle caratteristiche del progetto TAV in Val di Susa – Una grande opera o è fortemenete utile o è fortemente dannosa. L’utilità diventa quindi il primo parametro da affrontare e in questo senso le richieste di analisi esaurienti e leali, sia in termini di impatto fisico che di salute, da parte dei cittadini interessati sono legittime. Per quanto attiene la ferrovia ad alta velocità manca il traffico: il traffico merci nei trafori autostradali italo-francesi è sceso del 31% nel decennio 2000–2009. Il livello attuale è tornato a essere quello di 18 anni addietro con tendenza negativa, poiché gli scambi reciproci sono stati sostituiti da importazioni d’oltremare. L’insieme dei problemi legati al trasporto, alla sicurezza e alle modalità d’esercizio conducono l’iniziale progetto ad alta velocità ad una paradossale penalizzazione della capacità di traffico a fronte di una spesa equiparabile a quella sostenibile per tre ponti sullo stretto di Messina.
Angelo TARTAGLIA – Politecnico di Torino
Quali dovrebbero essere i vantaggi del nuovo collegamento tra Torino e Lione? – Analizzando sinteticamente i costi dell’opera e l’andamento attuale e futuro probabile dei lussi di passeggeri e merci si dimostra che il nuovo collegamento non avrebbe alcuna possibilità di raggiungere il pareggio economico nemmeno sul lungo periodo, sommando così gli svantaggi economici a quelli ambientali.
Pietro SALIZZONI — Università di Lione
Impatto acustico delle linee AV/AC – Descrizione dei fenomeni di generazione di rumore ferroviario della sua propagazione in prossimità di una linea AV/AC, con particolare attenzione al caso delle valli alpine. Analisi di un caso studio: l’impatto della linea Torino-Lione nella bassa Val di Susa.
Massimo ZUCCHETTI — Politecnico di Torino
Impatto ambientale e sulla salute del TAV: uranio, amianto, altri materiali pericolosi – La presenza di uranio, amianto e altri materiali pericolosi in Val di Susa viene esaminata sulla base della letteratura storica e recente, illustrando i risultati degli studi dell’autore, consulente della Comunità Montana Valsusa da quasi un decennio. verranno illustrati due case studies sugli effetti: radon e lavoratori, polveri di smarino e popolazione.
Luca MERCALLI – Società Meteorologica Italiana
La cura del ferro per inquinare meno? Dipende, c’è ferro e ferro… – Il principale postulato su cui si basa la scelta di trasferire merci e passeggeri dalla strada alla rotaia è la riduzione di emissioni climalteranti e inquinanti associata al risparmio energetico ottenibile dal mezzo ferroviario rispetto a quello su gomma azionato da motore termico. Ciò non è tuttavia sempre vero, e dipende fortemente dall’investimento di “energia grigia” utilizzata per la costruzione di una nuova infrastruttura, comprensiva di quella inglobata nei materiali e di quella necessaria alla gestione e manutenzione. Nel caso di un progetto pervaso da gigantismo infrastrutturale come la linea Torino-Lione, si rischia che la cura sia peggiore del male, e si richiede comunque un’accurata analisi del ciclo di vita dell’opera prima di avviare qualsivoglia realizzazione. Inoltre la rapida evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché del trasporto su gomma alimentato elettricamente, consigliano ulteriore prudenza rispetto agli scenari che giustificano un’opera assolutamente rigida e non modulabile.
Girolamo DELL’OLIO – presidente Associazione di volontariato “Idra”, Firenze
Impatti, prevenzione, controlli e sicurezza nella TAV appenninica e nel Nodo di Firenze – La documentazione raccolta in 17 anni di monitoraggio rivela il tipo di approccio col quale sono stati affrontati in Toscana i temi della prevenzione nei cantieri, della salute pubblica e della sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri della linea TAV. Di particolare interesse la persistente sottovalutazione del diritto alla salute e alla qualità della vita anche nella dimensione urbana della cantierizzazione per la stazione e i tunnel per il Nodo AV di Firenze.
Luigi CARPENTIERO – Medico del Lavoro, ASL 10 Firenze
Problematiche infortunistiche, di salute e disagio psicosociale nei lavoratori della TAV e delle grandi opere infrastrutturali dell’area fiorentina – Le ricerche effettuate dalla ASL 10 di Firenze, con il supporto universitario e della cooperazione sociale, nell’ultimo decennio di lavori nelle grandi opere infrastrutturali dell’area fiorentina, tra cui la TAV, hanno evidenziato un impatto importante dell’organizzazione del lavoro sia nell’amplificazione dei rischi classici propri di tali opere (polveri, fumi, rumore ecc.) sia sull’usura psicofisica e sul disagio psicosociale dei lavoratori. Fatica fisica, turni di lavoro a ciclo continuo, isolamento nei campi base dormitorio e lontananza dalla famiglia sono stati gli aspetti più indagati. Si è rilevata anche una connessione tra gli infortuni più gravi e la tipologia di turno adottato. Un’aggravante per alcuni cantieri è costituito dal fenomeno del “mobbing” determinato dal “caporalato” che vige nel reclutamento dei lavoratori, provenienti quasi tutti da determinate aree geografiche del paese.
Marco TOMALINO – Coordinamento operatori sanitari Val di Susa
TAV e salute pubblica. I rischi emergenti dall’analisi dei progetti – L’esame dei progetti preliminari della nuova linea Torino-Lione rivela numerosi aspetti critici per la salute pubblica, legati alla presenza di materiali pericolosi, amianto e uranio, e alle attività di cantiere, con possibile coinvolgimento di strutture assistenziali e sanitarie. Vengono esaminati in dettaglio gli aspetti carenti e contraddittori dei progetti. Viene presentata l’iniziativa di informazione degli operatori sanitari della Valle.
Fulvio AURORA – Medicina Democratica, Milano
Il rischio zero. Un diritto per la popolazione della Val di Susa – La realizzazione di grandi opere in un momento di grave crisi sembra sempre più motivarsi per l’investimento, lo spostamento di ingenti capitali ancora prima che per la presunta utilità delle opere stesse. Di fatto assistiamo a una subordinazione del lavoro da parte del mondo della Finanza: tanto più distante è l’investitore dal mondo del lavoro, tanto maggiore è la possibilità che problemi quali l’impatto ambientale e la salvaguardia della salute per lavoratori e cittadini passino in secondo piano o vengano minimizzati. Questo lede un diritto fondamentale dei cittadini e dei lavoratori medesimi, quello di vivere e di lavorare a rischio zero. Definito attraverso le lotte operaie, e recuperato nei processi che hanno avuto per soggetti lavoratori morti per infortunio e per malattie professionali, sottolineato e teorizzato da Medicina Democratica a partire da Giulio Maccaccaro, il “rischio zero” è l’idea base della partecipazione dei lavoratori e dei cittadini ai processi decisionali.
Enrico MORICONI, Presidente AVDA (Associazione Veterinari per i diritti degli animali)
Non solo gli uomini, anche gli animali soffrono – Nella progettazione delle grandi opere spesso – quasi sempre – non si considera quello che può accadere agli animali, o sono genericamente considerati far parte dell’ambiente. Riconoscendo l’importanza fondamentale dell’ambiente, non si deve dimenticare che gli animali però sono esseri viventi che soffrono e si ammalano come le persone e sono diversi dal mondo vegetale. L’intervento presenta il risultato di un primo documento di valutazione dei possibili danni per gli animali, quelli che vivono in famiglia, quelli allevati per interesse e quelli liberi. Si tratta di un lavoro in corso in quanto sono attesi interventi di altri professionisti e valutazioni non solo generali ma anche specifiche.
Moderatori:
Giulietto CHIESA, giornalista, europarlamentare
Rossana BECARELLI, Ospedale S. Giovanni Antica Sede, Torino
Fatti gli affari tuoi!
Non sono un’economista quel po’ di economia che conosco l’ho appreso da mia madre che quando doveva comprarci i libri per studiare (eravamo 4 figlie più una zia minorenne) faceva economia al mercato tra i banchi degli alimentari. Non ci è mai mancato il cibo, ma lei non avrebbe mai per nessun motivo comprato dei cibi che arrivavano da lontano, delle albicocche d’inverno o delle arance d’estate e decideva lei cosa mettere in tavola, in base alle migliori offerte del mercato sia in termini di convenienza economica sia di qualità, colori, profumi, gusti e, non ultima “la sostanza”. Se mia madre doveva scegliere tra due alimenti o oggetti da acquistare infatti, statene certi che sceglieva quello più “sostanzioso”. Poi c’era mia nonna che risparmiava a più non posso, sapeva tutto di soldi, di interessi passivi e attivi e, con i suoi piccoli grandi depositi, come il Jonh Maynard Keynes che ho poi apprezzato nei libri alle superiori…interveniva nella piccola economia della mia famiglia facendoci ora da compagnia assicuratrice per gli eventi imprevisti, ora da azionista/finanziatore per piccoli investimenti, non prima di averci snervato con riunioni familiari, dove con matita e notes, prendeva appunti, tirava somme e severamente ci evidenziava gli eventuali nostri sprechi, le possibili soluzioni di ulteriore risparmio o ci consigliava come rendere più produttive le nostre entrate e quali fossero i nostri diritti nei riguardi del datore di lavoro o quanto fosse il giusto compenso per i nostri lavoretti di studentesse. In pratica le donne della mia famiglia a noi figlie, hanno insegnato come scegliere e come non farci fregare, ma mia nonna era anche molto religiosa e sebbene di idee politiche opposte al marito (Lei democristiana e lui anticlericale, socialista e anche un po’ anarchico) ci ha trasmesso insieme a lui il rispetto per il prossimo, la solidarietà e la difesa dei deboli.
Oggi che mi sento palesemente fregata… vedo invece intorno a me persone che mi dicono a gran voce:
MA FATTI GLI AFFARI TUOI!
Hanno arrestato due donne innocenti E le han tenute in carcere 13 giorni trattandole come delle criminali ma ieri in parlamento hanno fornito l’ennesimo salvacondotto per il mafioso di turno!
E che cosa ci puoi fare tu? Fatti gli affari tuoi…non ti immischiare…in fondo avevano solo da farsi anche loro gli affari propri anziché andare li! Dai retta a me… se la son cercata!
Vogliono fare il TAV? Che cosa te ne frega? Non sei nemmeno Valsusina. Il mondo non lo cambi… i politici son tutti uguali, é sempre stato così e sempre sarà così…perché ti vuoi rovinare la salute? Che vuoi fare? Salvare il mondo? Mi fai ridere!
Sono stanca e amareggiata e a vedere che tutti intorno a me pensano o a fare soldi o a salvarsi il proprio fondoschiena… mi verrebbe davvero voglia di dire: Ma andatevene tutti a farvi fottere. Ma cerco la verità e leggo le menzogne dei giornali e il mio sangue ribolle.
Rivoluzionaria o riflessiva? Tutte e due non si può?
Chissà se fossero vivi i miei nonni che farebbero? Penso sempre a loro quando sono nel pantano come ora!
Lui senza dubbio sarebbe a resistere in Val Clarea…anche a costo di farsi arrestare o di farsi sparare in faccia come è successo a me il 9 settembre.
Lei la metterebbe subito sui soldi avremmo una conversazione di questo tipo:
- Ma è necessario fare questa spesa? - Non lo so nonna… dicono che l’Europa vuole questo TAV… serve per far andare veloci le merci da Pechino a Lisbona…anche se i Portoghesi ci han ripensato perché soldi non ne hanno! I giornali dicono che i francesi ci tengono…ma i francesi con cui ho parlato io non mi pare!
A quel punto lei inforcherebbe gli occhiali e comincerebbe a prendere appunti e a scrivere cifre.Al che io le contesterei: Ma nonna! Sempre con sti numeri…possibile che non ti importa niente dei sogni, degli alberi che taglierebbero…della montagna… del rumore del fiume…delle opinioni…e la matematica non lo è?
- Zitta! Mi risponderebbe lei (quando faceva i conti pretendeva silenzio).Quanto costa?- Non lo so nonna … ma rischia di costarci troppo ho sentito parlare di 17 miliardi di euro ovvero 1300 euro al centimetro, ma ieri su la Stampa c’era scritto che costerà solo 8,2 miliardi di euro ma figurati se bastano (lei comincerebbe a mettere in colonna sul foglio gli zeri che ci vogliono per fare in cifre ottovirgoladuemiliardidieuro). Ma il giornale dice che è “low cost“per noi Italiani perchè la facciamo pagare quasi tutta ai francesi o all’Europa - Perchè vogliamo fregare i francesi? Non siamo amici? E’ per quello che c’è la polizia sulle montagne? I francesi vogliono la guerra? E quanti siamo in Italia? E in Europa?- Una domanda per volta…La polizia sulle montagne…no spara o manganella e arresta quelli che non vogliono la tav.…Si coi francesi siamo amici e siamo 60 mila italiani in Italia… 490 mila in Europa…perché? Come Perchè? Possibile che non ci arrivi? Perché NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE ne noi italiani ne noi europei! Sono 16734 euro a testa per ogni europeo e 5833 euro per ogni italiano, compresi pensionati, lattanti, studenti e disoccupati. Affermerebbe lei mostrandomi il foglietto dei suoi conti. Ma che vuol dire “low cost”? Quando usano l’inglese è perché c’è sotto qualcosa…ti vogliono fregare! - Ma Cota e Matteoli la vogliono! - Adesso mi sentono, scriverò una lettera al Presidente della Repubblica e al Presidente dell’Europa per dirgli che sono somari ed incompetenti perché non si sanno fare i conti!
I miei nonni sono morti da qualche anno quindi non dovranno pensare a trovare 11666 euro, della loro quota del buco TAV ne a venire in Valle Clarea a rischiare di essere colpiti al volto dai Cecchini mandati da Maroni a cercare il morto, io quasi quasi la smetto di farmi GLI AFFARI TUOI…tanto a te non interessa tirare fuori, solo per un buco in una montagna che “non sono affari tuoi”, 5833 Euri!
Alta velocità? Si grazie!
Un euro investito in banda larga ne genera 4 in PIL (Fonte Sole 24 ore).
Per non parlare dei posti di lavoro e della ricchezza sociale che la velocità delle informazioni potrebbero creare!
E noi che facciamo invece? Sprechiamo tutti i soldi nostri (anche quelli che non abbiamo) per una stupida linea ferroviaria veloce! Allora non ditemi che volete il progresso…perché mentite sapendo di mentire, insistendo nell’individuare nel TAV la soluzione a tutti i nostri mali!
Non ditemi che sono contro il progresso, perché in realtà siete voi che non volete farmi progredire!
Non ditemi che siete voi a volere la velocità e la circolazione della ricchezza e che sono medievale…perché i medievali siete voi che imponete la mediocrità e la corruzione e offuscate le eccellenze!